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Bullismo in famiglia: come riconoscerlo e affrontarlo con consapevolezza

Litigiosità fisiologica o patologica?


“Tra fratelli è normale litigare, lo fanno tutti.”

Quante volte l’abbiamo detto o pensato? Magari per consolarci dopo l’ennesimo scontro tra i nostri figli, magari per evitare di intervenire, magari perché… così si faceva anche a casa nostra. E siamo cresciutə comunque.

Eppure a volte, sotto la superficie del “fisiologico”, c’è qualcosa che ci lascia inquieti. Un modo di parlare troppo minaccioso. Un gioco che sembra sempre finire con unə che perde – e l’altrə che ride. Un fastidio costante, un’umiliazione che si ripete. Sempre a senso unico.

E allora ci chiediamo:ma è ancora un conflitto “normale”? Oppure c’è qualcosa che assomiglia di più al bullismo?


essere travolti dalle emozioni dei nostri figli
Empatia o fusione emotiva

E se ti va puoi anche ascoltare la puntata del podcast dove approfondisco questo argomento.



Indice dei contenuti:


1. Succede anche in famiglia

Siamo abituatə a pensare al bullismo come a un problema scolastico, qualcosa che riguarda il gruppo dei pari. Ma succede anche dentro casa, e quando accade tra fratelli o cugini è ancora più difficile da riconoscere. Perché?

Perché ci si vuole bene, ci diciamo. Perché “è così che imparano a cavarsela”. Perché siamo stanchi e non possiamo essere ovunque.

Eppure, se ci fermiamo davvero ad ascoltare, a guardare i piccoli gesti quotidiani, ci accorgiamo che c’è chi prende sempre il ruolo del “forte” e chi resta nel silenzio, nella rinuncia, nella ferita.


2. Non è sempre facile distinguere

No, non tutti i litigi tra fratelli sono episodi di bullismo. E nemmeno tutte le prese in giro sono per forza dannose. Ma quando il copione si ripete sempre uguale, quando uno dei due ha sempre la peggio e l’altro non sembra mai mettersi in discussione, allora è il caso di aprire gli occhi.

E no, non è esagerato farlo.È prendersi cura.


  1. Cosa possiamo fare?

Non servono grandi discorsi o soluzioni perfette. Quello che serve è:

  • esserci. Anche solo con lo sguardo attento, anche se non abbiamo tutte le risposte.

  • intervenire con chiarezza quando qualcosa supera il limite. Non con punizioni, ma con fermezza.

  • parlare con chi subisce, non per dargli soluzioni, ma per far sentire che non è solo, che ha diritto al rispetto.

  • accompagnare chi agisce, senza etichettarlo, ma aiutandolo a capire cosa succede quando si fa del male a qualcunə.


4. Non aspettiamo di dover “correggere”

Le relazioni disfunzionali tra fratelli non iniziano improvvisamente a 12 anni. Sono semi che si piantano molto prima. Nel modo in cui gestiamo i conflitti, nel tono che usiamo tra adulti, nelle dinamiche quotidiane che sembrano piccole e invece modellano mondi interni.

La buona notizia è che abbiamo margine. Possiamo fare prevenzione. Possiamo creare un clima in cui non c’è spazio per la prevaricazione, perché ogni figlio si sente visto, accolto, rispettato.


  1. Se non sai da dove partire, partire da te

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A presto,

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