Cosa fare (e non fare) quando tuo figlio entra in preadolescenza
- Giada Vettorato
- 13 gen
- Tempo di lettura: 5 min
Come affrontare il cambiamento e riscoprire il tuo ruolo di genitore

Ecco cosa troverai in questo articolo
Introduzione: perché la preadolescenza ci coglie di sorpresa
Perché lavorare su di te è essenziale: il potere dell’autoefficacia
L’importanza dell’autocompassione (prima per te, poi per tuo figlio)
Rivedere aspettative e valori: un’opportunità per tutta la famiglia
Essere un genitore “sufficientemente buono”: addio perfezionismo
Esercizio di consapevolezza: un momento di riflessione pratica
Introduzione: Perché la preadolescenza ci coglie di sorpresa
C’era un tempo in cui ti sentivi un vero “guru” della genitorialità: sapevi gestire alla perfezione i pisolini dei bambini, la scelta dei giochi giusti e lo svezzamento più sano. Poi un giorno, tuo figlio (o tua figlia) entra in preadolescenza. All’improvviso, ciò che funzionava prima smette di dare risultati, e le dinamiche familiari iniziano a cambiarti sotto il naso.
È normale sentirsi spaesati quando i figli crescono e si affacciano alle prime forme di autonomia. In questa fase, le sfide dell’educazione diventano più sottili: non basta più dire “no” o “sì” e aspettarsi ubbidienza, e anzi può capitare che i bambini inizino a mettere in discussione proprio quei valori che finora erano dati per scontati.
Ma niente paura: la preadolescenza è un’occasione unica per riscoprire un nuovo equilibrio. In questo articolo troverai spunti pratici su cosa fare (e non fare) per accompagnare tuo figlio nella crescita, rispettandone la personalità e senza perdere di vista te stessa e i tuoi valori.
Come cambia il ruolo del genitore
La preadolescenza, generalmente compresa tra i 9 e i 14 anni, segna l’inizio di un percorso di trasformazione sia fisica che psicologica. I ragazzi iniziano a “sentirsi grandi”, a ricercare maggiore libertà e a mostrare piccoli segnali di indipendenza.
Per i genitori, questo processo può risultare destabilizzante perché:
Cambia la comunicazione: tuə figliə non ti cerca più solo per l’accudimento fisico, ma ha bisogno di un supporto emotivo e di un dialogo che rispetti la sua identità in creazione.
Si modificano le dinamiche familiari: può crescere il disaccordo con l’altro genitore su come gestire disciplina e regole.
Occorrono nuove competenze: se prima bastava rassicurare con un abbraccio, adesso servono capacità di ascolto, comprensione e una certa flessibilità nei confronti di esigenze sempre più complesse.
In pratica, passiamo dall’essere onnipresenti al diventare guide in secondo piano: nostrə figliə inizia a esplorare il mondo in autonomia, tornando al “nido” quando ne sente il bisogno.
Ascolta l’episodio del podcast
Se preferisci la versione audio, ascolta qui l’episodio dedicato a questo tema.
Perché lavorare su di te è essenziale: il potere dell’autoefficacia
Prima di tutto, come genitore di un preadolescente, è fondamentale rafforzare la tua percezione di autoefficacia. In altre parole, devi sviluppare la convinzione di poter far fronte con successo alle sfide che incontrerai.
Cosa fare
Chiarisci i tuoi valori fondamentali: sapere cosa è davvero importante per te ti aiuterà a stabilire regole e confini in modo coerente, senza oscillare ad ogni contestazione di tuə figliə.
Stabilisci obiettivi concreti, sia per te sia per tuə figliə. Ad esempio, se desideri che acquisisca maggior responsabilità, inizia a delegargli piccoli compiti domestici in modo progressivo.
Punta sui tuoi punti di forza: se sei una persona paziente, sfrutta questa dote per ascoltare tuə figliə con apertura; se sei portata per l’organizzazione, crea routine familiari che lə aiutino a sentirsi più stabile.
Cosa non fare
Evitare il confronto ossessivo con altre famiglie o con modelli di “perfezione” che circolano sui social. Ogni figliə è diverso e ogni genitore ha il proprio stile.
Non mettere in dubbio in continuazione le tue capacità: se sei consapevole di fare del tuo meglio, datti il tempo di affinare le tue strategie senza sentirti subito inadeguata.
4. L’importanza dell’autocompassione (prima per te, poi per tuo figlio)
Può sembrare un paradosso, ma per riuscire a dare a tuə figliə comprensione e supporto emotivo, devi prima saperli offrire a te stessa. È quella che spesso viene definita “autocompassione”: un atteggiamento di gentilezza e rispetto verso i propri errori e limiti.
Cosa fare
Concediti un bilancio quotidiano: la sera, rifletti su cosa è andato bene e cosa puoi migliorare, ma fallo con realismo e gentilezza.
Pratica l’empatia verso te stessa: quando sei travolta da sensi di colpa (per un urlo di troppo o un attimo di nervosismo), prova a chiederti: “Cosa direi a un’amica nella mia stessa situazione?”. Usa con te stessa lo stesso tono rassicurante e comprensivo.
Cosa non fare
Evitare di colpevolizzarti per ogni reazione fuori posto: la vita di un genitore non è un palcoscenico con copione perfetto, ma un continuo work in progress.
Non alimentare rimpianti e recriminazioni sul passato: ciò che conta è come decidi di agire da adesso in poi.
5. Rivedere aspettative e valori: un’opportunità per tutta la famiglia
La preadolescenza di tuə figliə può essere anche un momento prezioso per fare il punto sulle tue aspettative. Se prima eri concentrata su bisogni primari (come l’alimentazione, il sonno o lo sviluppo motorio), adesso i temi in gioco sono più complessi: amicizie, passioni, orientamento scolastico, identità.
Cosa fare
Analizza quali aspettative hai nei confronti di tuə figliə: sono davvero sue o rispondono a vecchie proiezioni?
Reimposta le priorità: se il tuo obiettivo è crescere unə ragazzə autonomə e responsabile, trova modi per coinvolgerlə in decisioni familiari o in attività pratiche che ne consolidino l’indipendenza.
Prenditi uno spazio di riflessione personale: potresti scrivere un diario o confrontarti con una figura professionale (coach, psicologo) per capire se quello che chiedi a tuə figliə è in linea con i suoi interessi reali.
Cosa non fare
Non costringere tuə figliə a realizzare sogni che sono solo tuoi: si rischia di innescare incomprensioni e tensioni, con possibili ricadute sull’autostima di entrambe le parti.
Evitare di chiudersi in schemi rigidi: la società cambia velocemente e i figli di oggi vivono opportunità diverse rispetto a quelle avute dai loro genitori.
6. Essere un genitore “sufficientemente buono”: addio perfezionismo
Lo psicoanalista Donald Winnicott parlava di “madre sufficientemente buona” per indicare la figura genitoriale che, pur non essendo perfetta, offre al figliə una presenza autentica e accogliente.
Questo vale anche per i papà: a volte basta esserci, nel modo più genuino possibile, per trasmettere sicurezza.
Cosa fare
Mostrati per quello che sei, con i tuoi pregi e i tuoi limiti: se tuə figliə ti vede capace di affrontare errori e insicurezze, imparerà a fare lo stesso con le proprie difficoltà.
Concentrati sui progressi piuttosto che sulle mancanze: se tuə figliə si impegna, lodane l’impegno prima del risultato.
Cosa non fare
Non cercare di controllare ogni aspetto della sua vita nella speranza di evitare errori: la crescita passa anche attraverso il confronto con le conseguenze delle proprie scelte.
Evitare di puntare alla perfezione: genera stress e insoddisfazione e, paradossalmente, può allontanare tuə figliə.
7. Esercizio di consapevolezza: un momento di riflessione pratica
Se vuoi dare una svolta alla tua attitudine di genitore in questa fase così delicata, prova questo breve esercizio:
Prendi un foglio o un quaderno.
Scrivi i tre aspetti di te che apprezzi maggiormente come genitore (pazienza, creatività, empatia, ecc.).
Concludi guardandoti allo specchio e ripetendo ad alta voce quello che hai scritto. Non è semplice, ma aiuta a prendere coscienza del tuo valore.
Questo piccolo gesto ti metterà in contatto con la parte più autentica di te, riducendo i sensi di inadeguatezza e rafforzando la fiducia in ciò che puoi offrire a tuə figliə.
8. Conclusioni
La preadolescenza è una fase di cambiamento cruciale che può mettere alla prova le tue convinzioni e le abitudini consolidate. Ma è anche un’opportunità straordinaria per crescere come genitore e come persona, rinnovando il legame con tuə figliə in una chiave più matura e consapevole.
Se vuoi approfondire altri aspetti legati alla crescita, all’educazione gentile e alla consapevolezza genitoriale, ti invito a scaricare la guida gratuita “I 5 pilastri della relazione”, dove troverai risorse e spunti pratici per migliorare la comunicazione in famiglia.
Ricorda: non esistono genitori perfetti, ma genitori determinati a fare del loro meglio, giorno dopo giorno. E tu sei sicuramente uno di questi.
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