Perché la preadolescenza è una fase così importante?
- Giada Vettorato

- 11 ott
- Tempo di lettura: 4 min
Guida per genitori consapevoli: come dare valore ai ricordi dei propri figli
Quali sono i ricordi più vividi della tua vita? Se chiudi gli occhi per un momento, probabilmente ti ritrovi tra i 13 e i 14 anni: una canzone che ancora ti emoziona, un volto, un odore, una delusione o un abbraccio che non hai dimenticato.
Non è un caso. La scienza ci dice che i ricordi della preadolescenza e dell’adolescenza si imprimono nella memoria con una forza particolare. Diventano le tracce emotive che, nel tempo, guideranno le nostre scelte, le relazioni, la fiducia in noi stessi e nel mondo.
E lo stesso vale per i tuoi figli. Ciò che vivono oggi — con te, con gli amici, a scuola — sta diventando il materiale con cui costruiranno la propria identità adulta.

Il “picco di reminiscenza”: quando le emozioni si imprimono nella memoria
Gli studiosi chiamano questo fenomeno picco di reminiscenza: tra i 10 e i 25 anni, i ricordi vengono registrati dal cervello con un’intensità maggiore rispetto a qualsiasi altra fase della vita.
Questo accade perché l’amigdala (che regola le emozioni) e l’ippocampo (che immagazzina i ricordi) lavorano in stretta connessione. Ogni emozione forte — un litigio, un successo, una sconfitta — lascia un’impronta profonda, destinata a rimanere viva per anni.
Ecco perché per i ragazzi tutto sembra “troppo”: un rimprovero pesa come un macigno, un complimento li fa volare per giorni, un’amicizia finita può sembrare la fine del mondo. Il loro cervello sta costruendo la mappa emotiva che un giorno useranno per orientarsi nelle scelte e nei legami futuri.
Come le esperienze di oggi influenzano il domani
Ogni esperienza significativa vissuta in questa età non resta confinata nel presente, ma diventa un tassello della personalità che verrà.
Pensa ai tuoi stessi ricordi: forse una professoressa troppo severa ti ha fatto credere di non essere portata per la matematica, o le discussioni in famiglia ti hanno fatto dubitare dell’amore stabile.
Lo stesso sta accadendo a tuo figlio o a tua figlia ora. Le esperienze che vive oggi sono mattoncini di fiducia, autonomia e resilienza. La qualità delle emozioni che le accompagnano determinerà se quei ricordi diventeranno risorse o ostacoli.
Il tuo ruolo di genitore
Non puoi controllare tutto ciò che accade nella vita di tuo figlio — delusioni, errori, perfino dolori fanno parte della crescita. Ma puoi avere un ruolo decisivo nel dare senso a ciò che vive.
Quando accompagni tuo figlio attraverso un momento difficile con presenza, ascolto e fiducia, lo aiuti a collegare anche la sofferenza a emozioni di supporto e di sicurezza. Questa connessione sarà ciò che resterà impressa nel tempo. È così che si forma la base della sua identità emotiva: non l’assenza di dolore, ma la presenza di amore durante la difficoltà.
Come valorizzare i ricordi positivi
Puoi agire concretamente per far sì che le esperienze significative diventino ricordi che lo sostengono:
Crea piccoli rituali: una cena speciale dopo una giornata importante, un gesto affettuoso prima di dormire, una parola che lo faccia sentire visto.
Nomina le emozioni: aiuta tuo figlio o tua figlia a riconoscerle e a esprimerle (“Sembri deluso, vuoi raccontarmi cosa ti ha ferito?”).
Racconta le tue esperienze: condividere le tue fatiche di allora lo aiuta a capire che i momenti difficili si possono attraversare.
Rinforza le memorie positive: chiedi “Cosa ti è piaciuto di più di oggi?” o “Qual è stata la cosa che ti ha fatto sentire bene?”.
Sii base sicura: resta accanto senza giudicare, anche quando sbaglia o si chiude.
Con queste piccole attenzioni, gli offri una memoria emotiva fatta di fiducia e vicinanza, che diventerà il suo più grande punto di forza.
Esercizio di coaching
Prova a porti questa domanda:
Che tipo di ricordi sto contribuendo a costruire oggi nella vita di mio figlio o di mia figlia?
Prenditi qualche minuto per scrivere, senza giudizio. Pensa a un episodio recente in cui tuo figlio ha vissuto una forte emozione — positiva o negativa — e chiediti come sei stata o stato presente in quel momento.
Il tuo modo di esserci sarà parte di quel ricordo. E forse, un giorno, sarà ciò che lo farà sentire al sicuro nel mondo.
La preadolescenza è una fase fragile e potentissima insieme. Non è solo il passaggio tra l’infanzia e l’età adulta: è il terreno fertile dei ricordi che daranno forma alla sua identità futura.
Non serve proteggerli da ogni scossa, ma accompagnarli con uno sguardo fiducioso. Perché ciò che rimarrà sarà il ricordo profondo di essere stati visti, accettati e amati così com’erano.
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