Stili genitoriali: qual è il tuo?
- Giada Vettorato
- 18 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Una guida per genitori di preadolescenti alla ricerca della via di mezzo
Oggi parliamo di un argomento che viene spesso banalizzato in etichette, ma che merita uno sguardo più profondo, soprattutto quando ci troviamo nel cuore della preadolescenza, tra sfide quotidiane e desiderio di costruire relazioni più consapevoli.
Prendendo spunto dall'ultima puntata del podcast, con questo articolo voglio darvi una sintesi chiara e accessibile dei quattro stili genitoriali riconosciuti dalla psicologia evolutiva, a partire dalle ricerche pionieristiche della psicologa Diana Baumrind. Troverai anche esempi concreti legati alla vita quotidiana con preadolescenti, riflessioni su come questi stili influenzano il modo in cui i nostri figli crescono, e una proposta per chi desidera trovare una via educativa più equilibrata e autentica.

Indice dei contenuti
1. Cosa sono gli stili genitoriali
Con "stile genitoriale" si intende l’insieme dei comportamenti, delle attitudini e delle modalità comunicative che un adulto mette in atto nel rapporto educativo con i propri figli. Lo stile educativo non è qualcosa che scegliamo consapevolmente una volta per tutte: spesso nasce dalle nostre esperienze infantili, dalle convinzioni che ci portiamo dietro, e viene modulato dal contesto, dalla fatica, dalle emozioni.
Parlare di stili non significa etichettare, ma riconoscere che ci sono tendenze ricorrenti nei modi di educare, e che queste tendenze possono avere un impatto profondo sullo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo dei nostri figli.
2. I 4 stili educativi secondo Diana Baumrind
Diana Baumrind, psicologa evolutiva statunitense, negli anni ’60 ha condotto alcune delle prime ricerche sistematiche sui comportamenti educativi dei genitori. Da queste osservazioni sono emersi tre principali stili educativi, ai quali in seguito se ne è aggiunto un quarto:
Autoritario: regole rigide, poca empatia, alta aspettativa. Il genitore impone, raramente spiega, chiede obbedienza.
Permissivo: tanto affetto, pochi limiti. Il genitore tende ad assecondare i desideri del figlio, evitando i conflitti.
Distaccato: bassa presenza emotiva e bassa richiesta. Il genitore è spesso assente o disinteressato.
Autorevole: affetto e struttura insieme. Il genitore dà regole chiare, ma ascolta e accompagna. Promuove autonomia e dialogo.
Questi stili non sono categorie rigide: spesso i genitori si muovono tra più stili, a seconda delle situazioni o dei momenti di vita.
3. Gli effetti degli stili educativi sui preadolescenti
In preadolescenza, ogni stile ha effetti diversi, più visibili e profondi che nella prima infanzia. Un preadolescente cresciuto in un contesto autoritario può apparire obbediente, ma spesso fatica a prendere iniziative, teme l’errore, si sente inadeguato se non rispetta le aspettative. Chi vive in un contesto permissivo, invece, può sentirsi libero, ma anche disorientato: senza limiti chiari, può avere difficoltà a gestire frustrazione e conflitti.
Nel caso di uno stile distaccato, le conseguenze possono essere ancora più profonde: il senso di solitudine, la mancanza di uno sguardo adulto presente, può portare il preadolescente a cercare altrove – nel gruppo dei pari o nel mondo digitale – quella validazione che non trova in casa.
Lo stile autorevole si conferma come quello che più sostiene lo sviluppo sano del ragazzo: promuove fiducia in sé, competenze relazionali, capacità di affrontare i problemi. Non elimina le difficoltà, ma crea uno spazio sicuro dove affrontarle.
4. La proposta: la genitorialità della via di mezzo
Esiste però una strada che non si esaurisce nei modelli teorici. Una via che molti genitori cercano quando sentono che nessuna etichetta li rappresenta davvero. Io la chiamo la "genitorialità della via di mezzo". Un approccio intenzionale, fatto di scelte quotidiane che tengono insieme presenza e responsabilità, ascolto e guida, accoglienza e confine.
È una genitorialità che non risponde in automatico, ma si prende un tempo per chiedersi: “Cosa ha bisogno mio figlio adesso?”
È il modo in cui accogliamo un errore senza sminuirlo, in cui poniamo un limite senza ferire, in cui sappiamo rimanere anche quando loro ci respingono.
5. Cosa puoi fare già da oggi
Osserva il tuo stile con curiosità e non con giudizio.
Fai caso a come reagisci nei momenti di tensione.
Chiediti: ciò che sto facendo, sta aiutando mio figlio a sentirsi visto, compreso, guidato?
Prenditi uno spazio per parlare con lui o lei non solo di regole, ma anche di emozioni e relazioni.
Ricorda che la coerenza non è rigidità, ma un messaggio di affidabilità.
6. Fonti e approfondimenti
Diana Baumrind (1966). "Effects of Authoritative Parental Control on Child Behavior". Child Development, 37(4), 887–907.
Maccoby, E. E., & Martin, J. A. (1983). "Socialization in the context of the family: Parent–child interaction". In Handbook of child psychology.

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