Torna alla tua saggezza interiore: un invito alla genitorialitə intuitiva
- Giada Vettorato
- 4 giorni fa
- Tempo di lettura: 4 min
C'è un momento, nella vita di ogni genitorə, in cui ci si ferma e ci si chiede: "E se stessi sbagliando tutto?"
La cultura occidentale ci ha insegnato a ragionare, a informaci, a cercare risposte nei manuali e nei modelli educativi. Ma esistono luoghi nel mondo in cui crescere unə figliə non è una questione di sapere teorico: è un fatto di sentire. Di presenza. Di connessione con ciò che è vivo, nel corpo e nel cuore.
In questo articolo voglio riportarti proprio lì: alla tua saggezza interiore, a quella voce silenziosa e profonda che non ha bisogno di spiegazioni per sapere cosa è giusto. Un modo antico di essere genitorə, che abbiamo dimenticato, ma che possiamo riapprendere.

La complessità della genitorialità moderna
Essere genitore oggi significa gestire un’enorme quantità di informazioni, aspettative e pressioni sociali. Secondo un sondaggio dell’American Psychological Association (APA), oltre il 70% dei genitori riferisce alti livelli di stress legati al ruolo (APA, 2021). Questo sovraccarico può generare confusione e senso di inadeguatezza, soprattutto nei momenti di crisi con lə figliə.
In questi casi può essere utile adottare un modello interno che ci aiuti a dare senso a ciò che proviamo. Possiamo distinguere tre "modalità interiori": quella razionale, quella emotiva e quella intuitiva. Questa distinzione si ispira anche alla Dialectical Behavior Therapy di Marsha Linehan (1993).
Viviamo in una cultura che tende a dare valore alla mente razionale, alla performance, al controllo. Eppure, se guardiamo alle culture indigene o a contesti comunitari non occidentali, scopriamo che la genitorialità è vissuta come un sapere del corpo, dell’esperienza, del sentire intuitivo.
In uno studio antropologico condotto da Jean Liedloff tra i Yequana del Venezuela (The Continuum Concept, 1975), si osserva come i genitorə non reagiscano secondo schemi, ma seguano con fluidità il comportamento deə figliə, affidandosi al buon senso, all'osservazione, e a una fiducia profonda nel legame.
Questa saggezza intuitiva non si apprende nei corsi, ma si risveglia. È già dentro di noi. E quando impariamo ad ascoltarla, possiamo riscoprire una genitorialità più libera, radicata e autentica.
2. Pensiero, emozione, intuizione: tre risorse interiori
Per tornare in contatto con la nostra saggezza interiore, dobbiamo prima riconoscere che dentro di noi convivono tre forme di orientamento
Il pensiero: la logica del sapere
Questa parte della nostra interiorità si basa sull’analisi, la pianificazione e le conoscenze acquisite. Ci aiuta a usare la logica e le competenze educative, a valutare il comportamento dei nostri figli in base a ciò che sappiamo essere efficace.
✅ È utile quando serve mantenere il controllo e prendere decisioni coerenti.
⚠️ Ma può diventare sterile se non dialoga con il sentire.
Approfondimento: Daniel Siegel e Tina Payne Bryson, nel loro libro The Whole-Brain Child (2012), spiegano l'importanza di integrare emisfero sinistro (razionale) ed emisfero destro (emotivo) nella relazione con i figli
L’emozione: la potenza del sentire
È la parte che si attiva nelle situazioni ad alto impatto emotivo: un litigio, un rifiuto, un pianto improvviso. È legata al nostro sistema limbico e produce reazioni immediate: rabbia, paura, frustrazione.
✅ È ciò che ci rende empaticə, vivə, capacə di sentire il bisogno dellə altrə.
⚠️ Ma può portarci a reazioni impulsive se non viene regolata.
Secondo Lisa Feldman Barrett, le emozioni non sono reazioni universali ma costruzioni cerebrali basate sull’interpretazione soggettiva della realtà (How Emotions Are Made, 2017).
L’intuizione: la sintesi silenziosa
L’intuizione è una forma di consapevolezza profonda. Non si basa su teorie né su reazioni impulsive. È la parte di noi che osserva, sente e poi decide con equilibrio. Questa mente si coltiva con l'ascolto senza giudizio e la fiducia.
✅ È quella che ci permette di stare, senza fretta, senza urgenza di risolvere.
⚠️ È accessibile solo quando impariamo a rallentare e ad ascoltare dentro.
"L’intuizione nasce dove si incontrano pensiero ed emozione" — Linehan, 1993.
Non si tratta di sceglierne una, ma di imparare a integrarle, riconoscendo quando stiamo agendo solo con la testa, solo con la pancia, o se invece siamo in ascolto profondo.
Come scrive Jon Kabat-Zinn: "La consapevolezza non è un obiettivo da raggiungere, ma una qualità dell’essere che va coltivata con cura" (Wherever You Go, There You Are, 1994).
3. E se bastasse fermarsi?
Ti è mai capitato di non sapere cosa dire a tuə figliə, e invece di spiegare, ti sei limitatə a stargli accanto in silenzio?
Spesso cerchiamo le risposte fuori, ma la chiave è già dentro. Non serve una reazione perfetta, serve una presenza vera. Rallentare, ascoltare il corpo, lasciare che emerga quella parte di noi che già sa.
Esercizio: il diario della saggezza
Ogni sera, per una settimana, prendi 5 minuti per scrivere:
In quale momento oggi ho agito secondo l'istinto?
Quando ho sentito che la mia presenza è bastata?
C'è stato un momento in cui avrei potuto fermarmi invece di spiegare?
Non cercare risposte giuste. Lascia che le tue parole ti sorprendano.
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Un viaggio lungo mille miglia inizia con un passo. — Lao Tzu
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Giada
Fonti e riferimenti
Liedloff, J. (1975). The Continuum Concept. Penguin Books.
Kabat-Zinn, J. (1994). Wherever You Go, There You Are. Hyperion.
Barrett, L. F. (2017). How Emotions Are Made. Houghton Mifflin Harcourt.
Schore, A. N. (2012). The Science of the Art of Psychotherapy. Norton.
Siegel, D. & Bryson, T. (2012). The Whole-Brain Child. Bantam Books.
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